Milano, 12 settembre 2018 – Un’importante fascia di popolazione italiana vive in condizioni di povertà energetica (PE) o, più propriamente, di vulnerabilità energetica.
Con questo termine s’intende la difficoltà ad acquistare un paniere minimo di beni e servizi energetici, o la necessità di utilizzare risorse familiari superiori a quanto socialmente desiderabile per acquistare tali servizi.
Di questo tema e di come tentare di risolverlo, si è discusso oggi nell’evento: “Povertà Energetica, riconoscerla per contrastarla”.
L'evento è stato organizzato da RSE, con il supporto del Comune di Milano e la partecipazione di Banca Italia, Istat ARERA e di Regione Lombardia e Città Metropolitana e con il contributo di un rappresentativo gruppo di interlocutori delle utility e del terzo settore.
“RSE – Ricerca sul Sistema Energetico – da anni svolge ricerche e analisi sui consumi energetici degli italiani, all’interno di attività legate all’efficientamento energetico o di valutazione dei comportamenti degli utenti, fornendo supporto alle istituzioni sulla governance dei problemi energetici – così ha introdotto i lavori Massimo Gallanti – direttore del Dipartimento Sviluppo Sistemi Energetici di RSE –
Grazie al contributo di Banca d’Italia e Istat, i ricercatori di RSE hanno potuto esplorare, in maniera più dettagliata, il fenomeno della povertà energetica che impatta in maniera negativa su oltre l’11% delle famiglie italiane, molte delle quali versano, secondo i dati Istat, nella fascia di povertà assoluta”.
Insieme, con il Comune di Milano
“ Quella di oggi – ha commentato Gabriele Rabaiotti – Assessore alla Casa e ai Lavori Pubblici del Comune di Milano – è un’iniziativa interessante perché ci consente di aprire il confronto e il dialogo su un tema molto importante per l’amministrazione comunale.
Nonostante tanta ricerca, si fa ancora fatica a trovare elementi di ricaduta pratica, che si traducano in strumenti operativi efficaci per intervenire concretamente e affrontare il fenomeno della povertà energetica.
Si tratta di una sfida importante perché coinvolge le parti della città più fragili e bisognose, dove si verifica una contraddizione fortissima: chi ha meno spende di più.
E, proprio nell’ambito dell’edilizia popolare, la contraddizione si fa sempre più forte.
Da dove partire?
Serve, in prima battuta, diffondere comportamenti virtuosi per il risparmio energetico.
E’ necessario fare interventi significativi di efficientamento energetico negli edifici di edilizia pubblica, perché più del 50% del patrimonio milanese pubblico è precedente al 1950.
Infine, credo sia opportuno intervenire sul calcolo della spesa energetica che va modulata sulla capacità di spesa delle famiglie, come avviene per il canone abitativo”.
Povertà Energetica: reale problema
“La povertà energetica – ha spiegato Marco Borgarello – ricercatore di RSE e coordinatore della ricerca sulla PE – è un grave problema che, oltre a costituire un elemento di debolezza sul principio delle uguaglianze su cui si basa lo stato sociale, può inevitabilmente determinare fenomeni di esclusione sociale ed emarginazione, con preoccupanti derive sociali.
Per individuare possibili soluzioni di mitigazione e di contrasto al tema vi è, tuttavia, la necessità di saperla conoscere e riconoscere, per definirne, in modo oggettivo e condiviso, i contorni e per quantificarne con chiarezza le dimensioni”.
Ed è su questo doppio binario: riconoscere e conoscere e il problema e trovare possibili soluzioni, si è articolato l’evento di oggi, che ha visto la partecipazione dei principali attori nazionali che si occupano di Povertà Energetica.
I contributi di ISTAT e Banca d’Italia hanno esplorato in maniera dettagliata come riconoscere il fenomeno.
Sebbene, infatti, il tema della PE costituisca una delle priorità della politica dell’Unione Europea, permane la difficoltà nell’individuare una metodologia condivisa necessaria per definire lo stato di povertà energetica e, quindi, per quantificarne la dimensione.
Dettagli delle analisi
Banca Italia ha riportato un’analisi degli indicatori che sono in grado di descrivere e comprendere il fenomeno, in base ai quali costruire metodologie di misura appropriate.
“Sono molti gli indicatori che è possibile utilizzare – ha commentato Ivan Faiella – Banca d’Italia – è però importante trovare una metodologia condivisa, allineata alle migliori pratiche della letteratura sull’analisi della disuguaglianza e della povertà, anche per poter monitorare il fenomeno nel tempo e valutare con accuratezza le politiche di contrasto adottate”.
Soglia di povertà energetica
Tra queste proposte vi è quella realizzata con RSE per la definizione di soglia di povertà energetica inclusiva di tutti i soggetti che ne sono affetti, basata sul fabbisogno energetico domestico e sulla spesa per soddisfarlo.
Tale fabbisogno energetico è stato correlato a una spesa minima, in termini di gas naturale, calcolata a partire dalle tariffe standard pubblicate nelle statistiche annuali ARERA.
Una volta individuata la spesa necessaria per soddisfare le esigenze minime di comfort delle famiglie, sono stati incrociati i risultati con le spese per riscaldamento contenute nel paniere di spesa ISTAT (indagine sulle spese).
In questo modo è stato possibile definire quante famiglie sono in una condizione di PE.
Il risultato rivela che le famiglie italiane in condizione di PE sarebbero circa tre milioni (11,7% del totale), collocate nella parte bassa della distribuzione delle spesa.
La probabilità di essere in PE è più elevata per le famiglie in condizione di povertà assoluta, nelle quali la persona di riferimento ha un basso titolo di studio, per quelle che risiedono al Sud (in particolare nelle Isole) o con una più elevata incidenza della spesa per riscaldamento (ogni punto percentuale in più d’incidenza accresce la probabilità di essere in PE del 6,4%).
L’importanza di individuare il problema
“Una volta riconosciuto il problema è stato necessario conoscerlo. L’esperienza condotta negli edifici ERP di Milano – ha spiegato Marco Borgarello – e il monitoraggio onsite dei consumi domestici per esplorare le caratteristiche di consumo delle famiglie e i loro principali comportamenti, ha costituito uno spaccato rappresentativo del fenomeno della PE.
I consumi elettrici medi misurati nelle case sono stati di poco superiori a 700 kWh/anno, rispetto a un consumo medio su base nazionale di 2500 kWh/anno”.
La diffusione e le tipologie di elettrodomestici presenti nelle abitazioni si discosta dal valore medio italiano riportato da Istat ed anche i comportamenti di utilizzo sono molto legati alle condizioni di disagio e di vulnerabilità.
Il 90% delle famiglie ha la lavatrice, solo l’8% ha la lavastoviglie,il 35% un forno a microonde e la TV è accesa mediamente 11 ore al giorno.
Il Bonus Sociale
Dall’intervento di ARERA è emerso che un consolidato sistema di mitigazione al fenomeno è rappresentato dal bonus elettrico e gas.
Sono circa 2 milioni di famiglie, i potenziali beneficiari del bonus sociale, non omogeneamente distribuiti sul territorio nazionale, e generalmente localizzati nelle aree rurali, tra i residenti in piccoli condomini e tra gli affittuari.
Prime Conclusioni
L’incontro si è concluso con una tavola rotonda a cui hanno partecipato numerosi interlocutori del mondo delle utility e del terzo settore che hanno illustrato alcuni esempi pratici di contrasto alla povertà energetica.
Tra questi, una soluzione su cui RSE è impegnata in prima linea è rappresentata dalla riduzione della spesa dei consumi eccessivi di energia attraverso l’efficientamento energetico degli edifici.
Questo è da attuarsi attraverso meccanismi che consentano di garantire un ritorno dell’investimento per gli operatori privati su immobili di proprietà pubblica dati in locazione.