Il car sharing e i suoi benefici
Il tema dello spostamento condiviso (sharing) è di grande interesse, in modo particolare nelle grandi città, in quanto la mobilità elettrica, potrebbe ridurre gli effetti negativi e nocivi legati alla congestione stradale.
Infatti, l’elevata richiesta di trasporto automobilistico, soprattutto legata alle ore di punta, e il basso tasso di occupazione dell’automobile privata (in Europa mediamente pari a 1,8 e in Italia a 1,7, ma in ambito urbano si arriva a valori prossimi a 1,2) sono causa di ingorghi stradali.
A questo si devono aggiungere gli effetti sulla qualità dell’aria e salute umana e sul cambiamento climatico causati dall’emissione di gas ad effetto serra (GHG).
Il colpevole dunque è “come si usa l’auto”: per questo motivo, nelle grandi realtà urbane si stanno diffondendo diversi servizi di shared mobility.
Il Ride Sharing: semplice, efficace, pratico.
Una soluzione originale e innovativa, studiata da RSE, è quella del Ride Sharing: un servizio basato sulla condivisione occasionale di un viaggio su un veicolo privato.
Questa condivisione riguarda prevalentemente l’automobile, in cui guidatore (driver) e passeggero (rider), che condividono almeno una parte del percorso e l’orario del viaggio, si accordano per effettuarlo insieme in modo da ottenere reciproco vantaggio.
Ride Sharing: l’automazione della condivisione del veicolo. Un vantaggio per tutti, anche per la città.
Il servizio è basato su un sistema automatizzato che, presumibilmente tramite app e sistemi smartphone, permette l’accordo tra driver e rider con breve preavviso prima della partenza.
Poi se l’auto condivisa fosse anche elettrica, si potrebbero sommare gli effetti positivi della tecnologia con le nuove tendenze smart.
Una strategia win-win
La modalità Ride Sharing rappresenta una strategia win-win per il driver (che riduce i costi del suo spostamento) che per il rider (che acquisisce un passaggio su un mezzo privato a costi molto competitivi).
Anche l’esercente del sistema Ride Sharing ha uno spazio di ritorno economico.
E’ previsto che una percentuale di quanto versato dal rider sia trattenuto per la gestione del servizio stesso.
Mobilità elettrica: la simulazione a Milano
RSE ha provato a simulare il funzionamento di tale sistema sull’area metropolitana di Milano, per capire quali effetti potrebbe avere.
Perchè Milano? perché è un’area di circa 630 km2, abitata da circa 2,5 milioni di persone, con 4000km di strade e che con la sua densità di 4000 abitanti/km2 (a Milano ci sono oltre 7000 abitanti/km2) rappresenta un’area tra le più densamente urbanizzate e popolate di Italia.
La città di Milano poi si è sempre dimostrata un interessante incubatore delle dinamiche evolutive e delle evoluzioni tecnologiche che interesseranno la mobilità (sia per quanto riguarda i passeggeri che le merci) nel corso dei prossimi anni.
Per valutarne l’efficacia, tali misure sono state “provate”, attraverso una simulazione modellistica multimodale, ricostruendo, sulla base della domanda di mobilità di un giorno feriale tipo, come si muovono i circa 3,8 milioni di individui che gravitano con una certa costanza nell’area urbana.
Il risultato? una riduzione significativa delle auto circolanti, dei consumi energetici e dell’impatto ambientale
Immaginando che il 20% della popolazione che gravita nell’area sia iscritta al servizio di Ride Sharing (760.000 individui – cifra non molto superiore agli attuali iscritti ai servizi di auto in sharing) si otterrebbero dei risultati molto interessanti:
- si avrebbero – a parità di domanda attuale – una riduzione di circa il 4% del numero di auto circolanti.
- Si tratta di una riduzione significativa che se “vissuta” dalla popolazione, potrebbe portare ad un ulteriore incremento della quota di iscritti, creando un circolo virtuoso nel comportamento di mobilità.
- Immaginando che il programma preveda una incentivazione all’acquisto di auto elettriche, e che quindi le auto partecipanti siano elettriche, i benefici attesi, da un punto di vista energetico ambientale sarebbero molto interessanti:
- riduzione del 10% degli attuali consumi energetici, al netto dei maggiori consumi elettrici,
- riduzione di circa il 15% dell’impatto ambientale sulla qualità aria e CO2.
Un percorso virtuoso e sostenibile
In questo modo si potrebbero sommare i benefici tecnologici con un uso più smart e sostenibile dell’auto; un percorso non banale, ma non impossibile.