RSE e le imprese dell’industria si sono confrontate sul tema dell’efficienza energetica e della competitività aziendale.
L’incontro ha avuto lo scopo di presentare, a un ristretto gruppo di stakeholders, i risultati della ricerca che RSE e I-COM hanno svolto per valutare l’esistenza di una correlazione tra il livello di competitività aziendale e la capacità dell’impresa di gestire efficacemente i propri consumi energetici.
La ricerca, ancora non diffusa pubblicamente, si presta ad essere commentata e discussa dagli estensori, dalle imprese e dagli stakeholders che ne potranno valutare la rispondenza e la coerenza metodologia e procedurale.
Qui di seguito le logiche in base alle quali RSE ha avviato lo studio.
Il campione di riferimento: industriale non-energy intensive
L’attenzione della ricerca è stata focalizzata sul settore industriale non-energy intensive.
In particolare, sono stati selezionati tre settori target:
- Settore agroalimentare
- Settore chimico-farmaceutico
- Settore meccanico
E’ stata condotta un analisi confrontando di due gruppi di aziende assimilabili in termini di settore, fatturato e processi produttivi.
Le stesse aziende erano caratterizzate da aver effettuato o meno interventi di efficienza energetica.
La finalità principale dell’incontro è stata quella di raccogliere feedback, indicazioni, osservazioni sullo studio effettuato.
L’ obiettivo della ricerca
Gli interventi e le policy per il contrasto ai cambiamenti climatici, pongono il settore dell’industria in un ruolo centrale, per funzioni, attività e impatto socio economico.
Le Industrie sono chiamate a delineare una strategia complessiva di crescita sostenibile del sistema produttivo del Paese e dunque al raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione.
Diversi fattori rendono questo impegno particolarmente complesso: come il contenimento dei consumi energetici e l’obiettivo di decarbonizzazione dell’economia.
Il tutto deve coniugarsi con il tema della produttività/competitività delle stesse imprese, influenzato da molte variabili, fra le quali:
- vincoli ambientali
- costi e la volatilità dei prezzi dell’energia
Tali considerazioni portano, dunque, a formulare la domanda:
Quale relazione lega l’efficienza energetica e la competitività aziendale?
La ricerca svolta nel corso dei due anni 2016-2017 si articola di una serie di contributi e di studi.
Il termine competitività aziendale è descritto e misurato da una serie di indicatori relativi ai risultati economici dell’impresa, accessibili grazie all’utilizzo di specifici database, quali:
- AIDA (Analisi Informatizzata delle Aziende Italiane) di Bureau Van Dijk che contiene una vasta serie di dati su ragione sociale, situazione e forma giuridica, classificazione merceologica dell’attività d’impresa, dimensione della forza lavoro, nonché vari indici di bilancio relativi all’universo delle imprese italiane depositanti il bilancio presso le Camere di Commercio (Bureau Van Dijk, 2015)
- Indagini statistiche relative a ISTAT ed Eurostat
- Valutazioni ed indagini svolte da Banca Italia
Più complessa è viceversa la misurazione della capacità, da parte delle imprese, di gestire efficacemente i propri consumi energetici.
La valutazione, infatti, presuppone la conoscenza specifica di dati di dettaglio di consumo e di costo, difficilmente accessibili.
Per tanto, tale aspetto è correlato al tema degli investimenti in efficienza energetica di imprese che nel corso del periodo 2006-2016 hanno effettuato interventi in tal senso, riconosciuti eleggibili ai sensi del meccanismo dei titoli di efficienza energetica.
Duplice vantaggio
Tale scelta infatti consentire, da un lato di valutare interventi “addizionali” e, quindi, di complessità tecnologica/economica e di impatto energetico significativi per gli stabilimenti considerati e, allo stesso tempo di avere un sistema di “normalizzazione” per i confronti.