Energia su misura… per case meno im-popolari a Milano

Ridurre gli sprechi di energia elettrica? Si può fare, ma bisogna sapere dove e come intervenire. RSE ha avviato il 5 maggio a Milano una campagna di misura dei consumi negli edifici dell’edilizia residenziale pubblica di MM. Il progetto è già operativo su 30 famiglie “campione”.

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Milano
Milan (Italy)

Anche e soprattutto nelle case ERP – l’Edilizia Residenziale Pubblica – la prima voce di spesa per le famiglie è l’abitare; non solo pagare il mutuo o l’affitto, ma anche il riscaldamento, le bollette della luce e dell’acqua, i rifiuti, altri tributi e tasse comunali.

Questa significativa voce di spesa può diventare un 
problema molto grave per una fascia della popolazione
“più vulnerabile” che ha redditi e capacità economiche
limitate.

Spesso tale disagio abitativo si concentra proprio negli edifici ERP in cui si sedimentano le fasce di popolazione più deboli e più soggette ai fenomeni di estrusione sociale.

Come aiutare queste realtà?

Un primo punto da cui partire per risolvere il problema è ridurre gli sprechi di energia elettrica.

Si può fare, ma bisogna sapere dove e come intervenire.

Consapevole di questo problema RSE, in collaborazione con MM, che gestisce il patrimonio di edilizia pubblica di Milano, ha avviato il progetto “Energia su misura”. 

Scopo del  progetto

Questo progetto è finalizzato a stimolare comportamenti virtuosi da parte del consumatore per favorire l’efficienza energetica.

Il primo esperimento, partito il 5 maggio, sarà condotto a Milano, presso un edificio ERP di Via Palmanova composto da circa 350 alloggi, all’interno del quale sono state individuate circa 30 famiglie “campione”.

L’auspicio è che l’effetto “passa parola” possa indurre altri complessi ERP ad aderire all’iniziativa.

Come funziona nello specifico?

All’interno delle abitazioni ERP, scelte in base alle tipologie di utenti, sia per la composizione (coppia di anziani, famiglie con figli, single, …) sia per le loro caratteristiche (diverso potere di acquisto, scolarizzazione, sensibilità ambientale, …) si procede al monitoraggio on line dei consumi elettrici totali e suddivisi per le principali voci di consumo (lavatrice, lavastoviglie, TV e sistemi di entertainment, boiler, …).

Passato un periodo di circa tre mesi, necessario per ricostruire i comportamenti di base delle famiglie, si procede a una analisi dei risultati.

Individuando i punti di criticità (consumi eccessivi dovuti a tecnologie obsolete, comportamenti errati, consumi inutili e sprechi) si identificano le possibili soluzioni.

Nel caso in cui sia la tecnologia a non funzionare, si propongono all’utente progetti per la sostituzione della tecnologia stessa fornendo consigli e indicazioni.

Esempio: quanta elettricità posso risparmiare e in quanto
tempo riesco a ripagarmi con i risparmi conseguiti un 
nuovo elettrodomestico?

Il coinvolgimento dell’utente

Dove il problema è (anche) l’utente, allora si procede ad un programma di informazione e di formazione.

A secondo della tipologie di famiglia individuata, oltre ad un necessario “sportello di supporto”, vengono forniti strumenti utili per aiutare le famiglie ad avere un atteggiamento più consapevole dell’uso dell’energia.

Alcuni esempi pratici sono la fornitura di display che visualizzano i consumi, brochure informative, esempi di buona pratica, sistemi informativi basati sui giochi, e così via.

Per verificare l’efficacia e l’efficienza del processo di formazione agli utenti, segue poi un successivo periodo di monitoraggio – anch’esso dalla durata di circa 3 mesi – che consente di valutare – per differenza rispetto ai valori “di base” il reale risparmio ottenuto.

Questo approccio servirà all’utente a spendere meno e forse servirà anche a formare cittadini più consapevoli e ambientalmente più sensibili.

E chissà che partendo da li si possano raggiungere altri traguardi ambiziosi.

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